domenica 11 agosto 2013

L'Evocazione - The Conjuring di James Wan

In anteprima il 10 agosto
Nelle sale dal 21 agosto

L'estate 2013 si sta rivelando davvero un periodo d'oro per l'horror hollywoodiano, almeno dal punto di vista degli incassi. Dopo il sorprendente successo di La notte del giudizio è la volta di The Conjuring, con un successo di critica e pubblico molto più grande (oltre 40 milioni nel primo weekend e 100 complessivi) ma probabilmente meno inaspettato. Dietro la macchina da presa c'è infatti James Wan, il giovane regista che si era fatto notare con Saw e aveva ottenuto una piccola consacrazione con il discreto Indisious.
Insomma ad attendere The Conjuring erano in tanti, e visto che con tutti i suoi difetti Insidious mi aveva divertito come non mi capitava da tempo, in mezzo mi ci metto anche io.
Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga) sono due celebri esperti del paranormale. Lorraine in particolare ha la capacità di percepire chiaramente le presenze demoniache, un dono che permette ai coniugi di effettuare studi sul campo e di praticare occasionali esorcismi. Proprio durante uno di questi riti Lorraine subisce un terribile shock che spinge Ed ad abbandonare le ricerche, ma quando la famiglia Perron (la madre è interpretata da Lily Taylor) bussa alla loro porta implorando aiuto Lorraine si sente pronta a ricominciare.

Patiamo subito dalle note dolenti:
L'insopportabile "tratto da una storia vera", non se ne può veramente più. Perché ? A che serve ? Immagino sia un mezzuccio per rendere più reale e spaventoso quello che sta per accadere sullo schermo, ma dubito seriamente che funzioni davvero, e soprattutto dubito che al giorno d'oggi ci sia una fascia consistente di pubblico che crede ad un'anonima didascalia appiccicata su tutti gli horror (a parte i 5 ragazzini deficienti seduti davanti a me). Senza considerare che queste "storie vere" aprono la strada a prequel, sequel (si vocifera già di un The Conjuring 2) o remake che non hanno alcun senso (The Haunting in Connecticut 2 che non è ambientato in Connecticut).
Da qui mi collego al secondo punto, la trama e i personaggi. Forse proprio per aderire al modello della "storia vera" le trame delle ghost story ad "alto" budget sono tutte fastidiosamente standardizzate, praticamente dal 1979 non facciamo altro che rivedere variazioni sul tema di Amityville Horror.
E L'Evocazione non è da meno, fin dai primissimi fotogrammi ci viene presentata una vicenda omologatissima che poi procede nella direzione più prevedibile attraverso una selva di cliché narrativi e stilistici. La variazione sul tema in questo caso è la narrazione poco lineare, che nella prima parte del film alterna senza soluzione di continuità finte immagini di repertorio dei coniugi Warren e scene ambientate nella casa dei Perron, dove le presenze iniziano a manifestarsi. Un modo semplice ma comunque efficace per portare lo spettatore nella storia senza sacrificare troppo il ritmo, peccato la narrazione parallela sia gestita in modo troppo rozzo e confusionario.
Su questa esile struttura si muove un gruppo di personaggi assolutamente intercambiabili e interpretati con pochissimo trasporto. Mentre Vera Farmiga si limita a fare presenza, Patrick Wilson sfoggia tutta la sua gamma di espressioni: corrucciato e totalmente apatico. Il resto è una galleria di volti più o meno anonimi che purtroppo si dimenticano in fretta, a parte la ritrovata Lily Taylor che per volere di trama ha l'occasione di offrire un'interpretazione leggermente più intensa, anche grazie all'aiuto degli effetti speciali.
L'ultimo dei problemi ma non per questo il meno grave sono i cliché e tutte quelle situazioni tipiche dell'horror hollywoodiano contemporaneo. In The Conjuring c'è di tutto, dai classici "jump scare" senza sentimento alle scene alla paranormal activity, come il poltergeist che trascina la vittima per casa tirandola per i capelli e che viene fermato con un banalissimo paio di forbici.
Quello che salva questo potenziale disastro dal naufragio e dal conseguente oblio è la regia di James Wan, che zitto zitto e con molta discrezione si lascia andare quasi subito ad una serie di virtuosismi registici piazzati qua e là lungo tutta la pellicola. Come quel piccolo piano sequenza sulle note di Time of the Season che segue i Perron nella nuova casa durante le prime fasi del trasloco, o quella fantastica sequenza di salti sulla sedia che parte in giardino con un lenzuolo svolazzante, arriva all'interno della casa e si conclude con una terrificante scena sul letto di mamma Perron. Una concatenazione di eventi che muove il punto di vista attraverso un percorso da un punto all'altro della casa, un trucchetto che Wan sfrutta spesso nel corso del film, di solito per seguire parallelamente due situazioni che si stanno svolgendo nello stesso momento. A questo si aggiungono tutta una serie di inquadrature poco convenzionali, lente zoomate indietro e voli pindarici della macchina da presa che riescono a dare al tutto un grande dinamismo.
Insomma The Conjuring è la conferma che Wan dietro la macchina da presa ci sa fare. Magari qualche scena ha l'aspetto di un esercizio di stile gratuito e un po' fine a se stesso, ma il risultato è quasi sempre sorprendente, ed è davvero raro trovare questo tipo di creatività fuori dai confini del cinema indipendente. Quello che gli manca è un buon sceneggiatore a cui affiancarsi, qualcuno che sappia indirizzare e valorizzare questo talento costruendo trame e situazioni meno ovvie, insomma qualcuno che non venga da roba come Baywatch Night o il remake di La Maschera di Cera.
Nonostante tutto quindi, The Conjuring è una gradevole tuffo nel passato, un riuscito e divertente omaggio agli horror classici che galoppa a ritmo sostenutissimo e accontenta quasi tutti, chi cerca lo spavento facile alla Paranormal Activity e chi invece preferisce godersi una sequenza ben costruita e più raffinata. Un ottimo prodotto d'intrattenimento nel panorama desertico degli horror estivi.

Nota a margine: nella colonna sonora compare anche In the room where you sleep, scritta e cantata da Ryan Gosling.

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